Battesimo

Autore Agostino s.

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Autore Cirillo D’Alessandria s.

«Colui che viene dopo di me è più potente di me; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Mt 3, 11). Diremo forse che l’opera di battezzare in Spirito Santo e fuoco è di un’umanità simile alla nostra? Come potrebbe esserlo? Eppure, parlando di un uomo che non si è ancora fatto conoscere, Giovanni dichiara che egli battezza «in Spirito Santo e fuoco». Non trasmettendo ai battezzati uno spirito che non sarebbe suo, come avrebbe potuto farlo un servo qualsiasi, bensì come uno che è Dio per natura, e dona con una sovrana potenza quello che viene da lui e a lui appartiene in proprio. Per questa grazia, l’impronta divina si imprime in noi.

Infatti, in Cristo Gesù, siamo trasformati, fatti simili all’immagine divina; non perché il nostro corpo fosse plasmato nuovamente, ma perché ricevendo lo Spirito Santo, potessimo entrare proprio in possesso di Cristo, al punto di poter gridare ormai, nella nostra gioia: «La mia anima esulta nel Signore, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza» (Is 61,10). Infatti, dice l’apostolo Paolo : «Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo» (Ga 3,27). Siete forse stati battezzati in un uomo? Silenzio, tu che sei soltanto uomo; vuoi forse abbassare fino a terra la nostra speranza? Siamo stati battezzati in un Dio fatto uomo; egli libera dalle loro pene e dalle loro colpe, quanti credono in lui. «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo”. Slega coloro che si legano a lui; […] fa sgorgare in noi la sua stessa natura […]. Lo Spirito appartiene in proprio al Figlio, che è divenuto un uomo simile a noi. Infatti egli è la vita di tutto quanto esiste. (CIRILLO D’ALESSANDRIA s., Primo dialogo cristologico, 706; SC 97, 27).

 

Autore Gregorio Nazianzeno s.

BATTESIMO DEL SIGNORE – Cristo nel battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria […].

Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell’acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne, santifica nello Spirito e nell’acqua (Gv 3,4). Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste: «Io ho bisogno di essere battezzato da te», dice la lucerna al Sole (Gv 5, 35), l’amico allo Sposo (Gv 3, 29), colui che è il più grande tra i nati di donna al primogenito di ogni creatura (Mt 11,11; Col 1,15).

Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati, come il paradiso dalla spada fiammeggiante (Gen 3, 24). E lo Spirito testimonia la divinità di Cristo: si presenta simbolicamente sopra colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza. Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche la nostra carne divinizzata. (GREGORIO NAZIANZENO S., Discorso per il Battesimo del Signore 39; PG 36, 359-363).

 

Autore Benedetto XVI

BATTESIMO DEL SIGNORE – Presso il Giordano, Gesù si manifesta con una straordinaria umiltà, che richiama la povertà e la semplicità del Bambino deposto nella mangiatoia e anticipa i sentimenti con i quali, al termine dei suoi giorni terreni, giungerà a lavare i piedi dei discepoli e subirà l’umiliazione terribile della croce. Il Figlio di Dio, Colui che è senza peccato, si pone tra i peccatori, mostra la vicinanza di Dio al cammino di conversione dell’uomo. Gesù prende sulle sue spalle il peso della colpa dell’intera umanità, inizia la sua missione mettendosi al posto dei peccatori, nella prospettiva della croce.

Mentre, raccolto in preghiera, dopo il battesimo, esce dall’acqua, si aprono i cieli. È il momento atteso da schiere di profeti. «Se tu squarciassi i cieli e scendessi!», aveva invocato Isaia (63,19). In questo momento tale preghiera viene esaudita. Infatti, «Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo» (3,21-22); si udirono parole mai ascoltate prima: «Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te ho posto il mio compiacimento» Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo scendono tra gli uomini e ci rivelano il loro amore che salva. Se sono gli angeli a recare ai pastori l’annuncio della nascita del Salvatore, e la stella ai Magi venuti dall’Oriente, ora è la voce stessa del Padre che indica agli uomini la presenza nel mondo del suo Figlio e che invita a guardare alla risurrezione, alla vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. (BENEDETTO XVI, Omelia del 10/01/2010, Libreria Editrice Vaticana).

 

Autore Massimo di Torino s.

BATTESIMO DEL SIGNORE – Il Vangelo racconta che Gesù venne al Giordano per farsi battezzare e in quel fiume volle essere consacrato con prodigi celesti. La ragione esige che questa festa segua quella del Natale del Signore, perché i due eventi si verificarono nel medesimo tempo anche se a distanza di anni. Ecco perché ritengo che la festa si debba chiamare anch’essa Natale.

Nel giorno che diciamo Natale egli nacque tra gli uomini, oggi è rinato nella manifestazione divina; in quel giorno nacque da una vergine, oggi è generato nel mistero. Prima, nascendo alla maniera degli uomini, viene stretto al seno da Maria; ora generato secondo il mistero, è avvolto dalla voce del Padre che dice: «Questi è il mio Figlio nel quale io mi sono compiaciuto: ascoltatelo» (Mt 17, 5). La Madre accarezza dolcemente il piccolo sul suo grembo, il Padre offre al Figlio un’amorosa testimonianza; la Madre lo presenta ai magi perche l’adorino, il Padre lo rivela ai popoli perché gli rendano onore.

Oggi dunque il Signore Gesù venne al battesimo e volle che il suo corpo santo fosse lavato dall’acqua. Ma qualcuno potrebbe chiedere perché egli che è santo volle essere battezzato. Ascolta perché: Cristo non volle esser battezzato per esser santificato dalle acque, ma per santificarle lui stesso sì che, mentre ne veniva purificato, fosse lui a purificare quelle acque che toccava. MASSIMO DI TORINO S., Discorsi (Disc. 100 sull’Epifania), 1, 3; CCL 23, 398400).

 

Autore Ippolito di Roma s.

Ecco, il Signore viene per ricevere il battesimo; arriva dimesso, nudo, senza scorta, rivestito della nostra umanità, nascondendo la grandezza della divinità per sventare l’inganno del serpente. Si può dire che è venuto a trovare Giovanni come un signore che ha rinviato la sua guardia del corpo. Gli si avvicina come un uomo semplice, sottoposto al peccato, china la fronte per essere battezzato dalla mano di Giovanni. Quest’ultimo, colpito da tale umiltà, ha cercato di reagire dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” (Mt 3,14). […].

Carissimi, guardate quanti beni importanti avremmo perso, se il Signore avesse ceduto all’invito di Giovanni e non avesse ricevuto il battesimo. Prima i cieli erano chiusi, la nostra patria celeste inaccessibile; caduti tanto in basso, non potevamo più guadagnare l’altezza del cielo. Ma non solo il Signore ha ricevuto il battesimo: ha reso nuovo l’uomo vecchio (Cfr.:  Rom 6,6) e gli ha affidato nuovamente lo scettro dell’adozione divina. Poiché subito “i cieli si aprirono”. Le realtà visibili si sono riconciliate con le invisibili; le gerarchie celesti sono state colmate di gioia; sulla terra le malattie sono guarite; quanto era nascosto è stato rivelato […]. Bisognava aprire a Cristo, lo Sposo, le porte della stanza nuziale. Come lo Spirito scende sotto forma di una colomba e la voce del Padre risuona in ogni luogo, bisognava che “si sollevino le porte del cielo” (Cfr.: Sal 24,7).  […].

Vi prego, ascoltatemi attentamente: […] venite al bagno dell’immortalità, popoli di tutte le nazioni! Con questo gioioso messaggio, vi annuncio la vita, a voi che siete ancora nella notte dell’ignoranza. Venite dalla schiavitù alla libertà, dalla tirannia al regno, da ciò che perisce a ciò che non perisce. Volete sapere come venire? Per mezzo dell’acqua dello Spirito Santo (Gv 3,5). Quest’acqua, data dallo Spirito, bagna il Paradiso, raggiunge la terra, feconda il mondo,  […] genera l’uomo alla vita facendolo rinascere, acqua in cui è stato battezzato Cristo e su cui è sceso lo Spirito. (IPPOLITO DI ROMA S.,  Omelia del IV secolo per l’Epifania, Teofania del Signore; PG 10, 852).

 

Autore Raspanti A.

Giovanni il Battista è il ponte che conduce a Colui che è più grande, più forte, aldilà di ogni aspettativa umana. Il battesimo di conversione che predica si collega e prende significato da questo “Più” che viene: disporre cuore e mente per accogliere Qualcuno che si prenderà cura dell’uomo in modo impensabile. Occorre mettere a posto le irregolarità di colli e valli, occorre mettersi nella piena osservanza della Legge di Dio, per essere ben disposti. Ma questo non è ancora il “più”. C’è un altro battesimo, più grande: “con Spirito Santo e fuoco”. La paura, che contraddistingue l’esistenza umana dalla caduta di Adamo in poi, con Cristo è dissolta come neve al sole: l’uomo non è più solo e nudo sulla terra, non è più frammentato, inaridito e sperduto in deserti sempre più immensi, dacché a quelli fisici e a quelli spaziali si sono aggiunti quelli telematici e virtuali; egli non deve andare alla ricerca spasmodica di sicurezze, che esorcizzino il suo terrore del vuoto. Il Verbo pianta la tenda fra noi, unendo la sua sorte per sempre a quella dell’uomo, facendo dipendere la sorte di Dio da quella dell’uomo: se l’uomo dovesse distruggersi, anche Dio vuol distruggersi con lui. Dio è con l’uomo e per l’uomo. (RASPANTI ANTONINO, Il Battesimo di Giovanni in Semi di contemplazione n. 77 (2006) p. 4).

 

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Marzo, 2024