Mortificazione

Autore Malaval F.

MORTIFICAZIONE E CONTEMPLAZIONE – La contemplazione compie da sé la morte dei sensi e dello spirito che gli altri esercizi di devozione o l’infedeltà dell’anima, non ancora punta da questa attrazione, avevano fatto avanzare pochissimo. La contemplazione travagliata è il compendio di tutte le mortificazioni, poiché non soffre niente di sensibile e ritrae l’anima da tutti gli oggetti della terra e anche dagli oggetti del cielo, nella misura in cui essi sono accompagnati da qualche gusto o da qualche sentimento troppo umano. Ciò ha fatto dire a Herp e ad altri mistici che essa consumava l’uomo poco a poco, e bisognava anche mantenere qualche moderazione nell’applicazione per far durare il martirio con dolcezza. Penitenze molto austere non lo sono tanto quanto una continua applicazione della mente a Dio, sebbene essa sia dolce e senza sforzo. […] Gli approcci di Dio cacciano dall’anima le creature con più forza sebbene forse con meno sentimento. […] La contemplazione trae dietro di sé una mortificazione dei sensi così ammirevole attraverso l’astrazione in cui essa riduce l’anima da ogni sorta di oggetti sensibili, che la penitenza diviene dolce da terribile che essa era prima, dal momento che il corpo domato dalla sospensione dello spirito, non ha più tanto fuoco e vivacità che lo rendevano sensibile e delicato alle austerità. (MALAVAL F., Pratica facile per elevare l’anima alla contemplazione, Dial. II, colloquio 7°)

 

Autore Malaval F.

Cfr.: Contemplazione e mortificazione.

 

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Marzo, 2024