Guyon Jeanne (1648-1717) – Commento al Cantico dei cantici

Chiunque leggerà attentamente questa spiegazione del sacro Cantico non avrà difficoltà a riconoscere, soprattutto se ha qualche discernimento delle vie interiori, che esso contiene qualcosa di sorprendente. Una spiegazione così chiara e così ben condotta di un Libro tra i più oscuri della Sacra Scrittura può essere solamente il frutto di un’assistenza particolare dello Spirito Santo: poiché, secondo i Santi, questo Cantico può essere insegnato soltanto grazie all’unzione Divina e appreso solo attraverso l’esperienza; esso infatti non si ode all’esterno né risuona pubblicamente, e non è udito che da colei che lo canta e da colui per il quale è cantato, che sono lo Sposo e la Sposa. Ogni lettore troverà in quest’opera caratteristiche che meriteranno la sua ammirazione, e passaggi che senza superare la sua intelligenza potranno elevarla. Ma pregi ulteriori vi troveranno solamente coloro che, attraverso l’annullamento di se stessi e grazie alla loro elevazione in Dio, saranno capaci di comprendere questo canto regale dello Sposo celeste e della sua Amante, scorgendovi con grande gioia l’esatta corrispondenza tra quel che è detto qui e le cose straordinarie che Dio realizza nelle anime più purificate. Perché questo Cantico viene letto con intelligenza solo da coloro che leggono ciò che vi è cantato molto più nello specchio dell’esperienza interiore che nel Libro stesso che hanno davanti agli occhi. È grazie a tale esperienza del Cantico eterno che l’anima, ritornata alla sua origine, incomincia sulla terra a penetrare ciò che essa scoprirà completamente solo in cielo; ed è quanto è stato predetto da Isaia: il giovane Sposo rimarrà con la vergine sua Sposa; lo Sposo si rallegrerà nella sua Sposa; e Dio gioirà in loro (Is 62,5). Se si domanda: chi è lo Sposo?, il suo amico fedele risponderà: chi ha la Sposa è lo Sposo (Gv 3,29). E se si vuole sapere chi è il giovane Sposo che possiede la Sposa, non c’è che da considerare chi è colui che, essendo il Figlio Eterno di Dio, è divenuto nel tempo il figlio dell’uomo, così da essere della medesima natura dell’Amante che doveva sposare; che è morto per riscattarla, e che è giunto a possederla al prezzo del suo proprio sangue. Allo stesso modo è possibile apprendere che l’anima pura è questa Sposa mille volte felice, che si conduce con Gesù Cristo in maniera tanto confidenziale. Questo Sposo dunque, e questa Sposa, rimarranno insieme in eterno; perché essi sono uniti così intimamente dal legame di un purissimo amore da non essere che un solo cuore, un solo spirito, e un solo essere. E poiché la Sposa non è più capace di altra gioia di quella che trae dal suo Signore, così ella si compiace nel suo Sposo; e anche Dio Padre trae grande diletto dallo Sposo e dalla Sposa, perché è lui il centro del loro riposo e il nodo del loro legame. Ché se Dio gioisce alla vista di tutte le sue opere (Sal 103,29 [104,31]), nell’ammirare le bellezze e le perfezioni che ha comunicato a esse, quanto più si compiace di questo capolavoro della sua grazia, e delle nozze eterne del suo unico Figlio con la sua purissima Amante? L’Amico dello Sposo lo riconoscerà facilmente dalla voce, e ascoltandola sarà riempito di gioia (Gv 3,29); egli desidererà inoltre partecipare alla felicità della Sposa, non ignorando che a lui è offerto lo stesso privilegio, se vuole seguire i suoi passi. Felice colui che ascoltando questo canto mistico sente che il suo cuore è in accordo con esso! Ma chiunque non intende questa voce ignora il vero amore; e pieno dell’amore di se stesso e di un attaccamento sensuale alle Creature, è incapace di sperimentare gli effetti ineffabili della pura Carità. Questo Libro contiene cose a tal punto misteriose che non bisogna stupirsi del fatto che la loro spiegazione sia così elevata, e che i segreti più intimi dell’interiore vi si scoprano solo con fatica. Esso porta giustamente il nome di Cantico dei Cantici, cioè del più nobile e più eccellente di tutti i Cantici, in quanto è il più piacevole per il suo contenuto, il più elevato per le sue profezie, il più ricco nelle sue immagini e nei suoi misteri, e il più seducente grazie ai nomi così teneri di Sposo e di Sposa, nei quali sono compresi gli amori e le corrispondenze reciproche del Verbo e dell’Anima. È l’elogio degli elogi di Dio, la lode di Gesù Cristo e della Chiesa; il canto dell’amore sacro, e l’epitalamio del matrimonio eterno. È in queste sacre conversazioni che Gesù Cristo istruisce l’Anima come fosse il suo Maestro, che la loda e la accarezza in qualità di Sposo, e che la purifica e la perfeziona perché è il suo Dio. E la sua Amante fedele, con l’esaudire perfettamente le sue volontà, riceve lumi e grazie a sufficienza per renderne partecipe un’infinità di altri cuori. Ora, tutto ciò può essere spiegato solo svelando il commercio segreto che avviene tra Gesù e l’Anima che egli tanto desidera prendere in Sposa e, al tempo stesso, le operazioni mistiche attraverso le quali Dio si prende cura di purificarla; la fedeltà di lei nel seguirlo, e nel rimanere sottomessa alla sua operazione divina, così come gli orribili deserti e le dure prove attraverso le quali lei giunge al proprio annullamento, e pertanto alla sua trasformazione in Dio. Tutto ciò si è felicemente compiuto in questo scritto, che ci è stato dato da una persona di pietà che sembra essere stata scelta come un’altra Sulamita per offrirci questa spiegazione. È ammirevole come costei sia stata in grado di disvelare con tanta precisione e completezza i procedimenti segreti delle Anime in Dio, e le più inaudite singolarità del Regno interiore, traendo da un testo che sembrava privo di ordine e di coerenza un senso tanto logico e chiaro. Tanto più che la diversità delle persone che vi parlano, le frequenti interruzioni e le espressioni sorprendenti per la loro disinvoltura, sotto il velo di una continua allegoria, non avevano apparentemente nulla da cui si potesse trarre con tanta esattezza la spiegazione dell’inizio, dello sviluppo e del compimento del cammino interiore. Per interpretare questo Libro assolutamente divino si è scritta una infinità di opere. Alcune sono il risultato dello studio, altre sono il frutto della Preghiera, e altre sono state dettate dal traboccare della pienezza provocata dall’unione divina. Tuttavia questa opera si distinguerà come assolutamente nuova nel suo genere, nonostante la sua verità sia eterna in Dio; e si osserverà che essa è così singolare da poter passare per originale in tale materia, tanto più che è stata fatta senza premeditazione, e senza altro libro che il Testo sacro. Che l’umile e pietoso lettore ammiri le profusioni della bontà divina nei confronti delle Anime che gli sono fedeli, non attribuendo nulla alla Creatura se non la miseria che le è connaturata, e glorifichi il Signore per tutto quello che di solido e di edificante troverà in quest’opera.

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Ottobre, 2024