Il primissimo comandamento (terza parte)

Il primissimo comandamento (Segue)  (SEMI n. 245, Marzo 2022, Un’orazione riposante)

 

Crescere nella fede

Riprendiamo la nostra ricerca della volontà di Dio nella nostra vita. Per quanto grandi siano le decisioni da prendere (Devo sposarmi? Quale professione devo svolgere?), o piccole (Questo pomeriggio, vado al cinema o vado a visitare un amico malato?), o minuscole (Mi prendo un’altra fetta di quell’eccellente torta?) abbiamo visto che si riferiscono, in ogni modo, ad una visione generale dell’esistenza di cui ogni uomo è portatore e che si riassume, grosso modo, nei comandamenti di Dio. Certo, non tutti percepiscono questi comandamenti con la stessa lucidità, ma infine tutti concorderanno nel dire che ci sono cose che si fanno e altre che non si fanno: in breve, che c’è una legge non scritta o scritta nelle coscienze e che ci obbliga tutti. Ogni uomo sarà, “a grandi linee”, d’accordo con questa constatazione e il cristiano vi riconoscerà un primo modo con cui Dio manifesta la direzione che ci condurrà all’unione tra lui e noi, obiettivo almeno implicito di tutti i nostri desideri. “A grandi linee” solamente perché, anche se è evidente che nessuna società – le più rivoluzionarie meno ancora delle altre – ha potuto fare a meno delle forze dell’ordine e dei tribunali, e dunque della convinzione di una Legge che si imponesse a tutti, la maggior parte delle persone non è d’accordo quando si tratta di definire i limiti esatti e l’origine di questa Legge.

Questa percezione “a grandi linee” dei dieci comandamenti, almeno implicita in tutte le coscienze, diventa esplicita in quella del cristiano, perché beneficia di una luce supplementare che è quella della Rivelazione: la Storia Santa, di cui testimonia la Santa Scrittura, la fede degli apostoli, di cui testimonia la Chiesa attraverso i secoli, precisa notevolmente quello che può essere solo un quadro generale fino a che Gesù Cristo ne rivela tramite la sua vita in modo concreto e osservabile la perfezione del comportamento umano. Così che laddove, per esempio, il pagano preferirà in modo generale non uccidere, il cristiano comprenderà che non bisogna assolutamente uccidere, e lo comprenderà dalla rivelazione che Cristo stesso gli ha fatto della dignità divina dell’uomo. Questo superamento della Legge in riferimento all’assoluto della persona avrà luogo per tutti i comandamenti, l’amore di Dio e dei fratelli si sostituisce, poco a poco, all’osservanza della Legge.

Varrebbe qui la pena di mostrare il progresso della Rivelazione nei secoli, poiché il cristiano scopre, in questo amore, sempre nuove esigenze. Si dimostrerebbe, per esempio, che solo nel 2018 la Chiesa ha iscritto nel suo catechismo che in tutti i casi, anche nei più gravi, la pena di morte è incompatibile con il comandamento “non uccidere”. Ma questo progresso della Rivelazione nella Chiesa, presa nel suo insieme, è in realtà il compimento dello stesso processo che ci permette di scoprire in una data situazione, non solo quello che Cristo permette, ma quello che preferisce.

In effetti, né la Legge né gli esempi più edificanti mi mostreranno ciò che Dio permette. All’interno di ciò che Lui permette, nessun regolamento al mondo mi dirà ciò che Lui preferisce, così come nessun regolamento al modo mi dirà qual è il fiore preferito della mia fidanzata: deve essere lei stessa a dirmelo. Tuttavia, per il nostro amore è essenziale che io lo sappia.

Praticamente cosa accade tra il cristiano e Gesù?

  1. La prima condizione per scoprire la volontà di Dio è di desiderarla, molto semplicemente! Detto diversamente, di essere “innamorati” di Gesù Cristo. Senza questa prima seduzione, non parliamo di vita cristiana! Con essa, nel giorno del battesimo, abbiamo dichiarato, che avremmo fatto incondizionatamente quello che avrebbe voluto Lui e non quello che ci sarebbe piaciuto. Se il nostro battesimo non è vissuto bene, se non ci consegniamo incondizionatamente alla volontà di Cristo, non stupiamoci di non comprendere quello che ci dirà nell’enciclica Humanae vitae, o sulla giustizia sociale tramite i testi del Concilio Vaticano II.
  2. Quando si ama qualcuno, si cerca di conoscerlo. Ѐ così che un matrimonio d’amore diviene un matrimonio di ragione, altrimenti non resisterà alle inevitabili delusioni sentimentali. I neo convertiti sanno che le decisioni pesanti si prendono spessissimo qualche mese dopo il loro battesimo e saranno prese non nel nome del desiderio di essere cristiano, ma delle ragioni di essere cristiano. Ѐ la molla di tutta la vera educazione cristiana: senza l’esempio dei santi e l’insegnamento della Chiesa, il battezzato non percepirà le implicazioni della sua fede. Inversamente, se l’educazione ha avuto luogo, scoprirà con sempre maggior facilità, le soluzioni cristianamente possibili nelle situazioni che gli si presentano.
  3. Resta che la volontà di fare la volontà di Dio e la buona formazione cristiana non basteranno perché io possa dire: Gesù, preferisco sposarmi, o preferisco svolgere tale professione, o riprendere quella eccellente torta! Occorre qualcosa in più, qualcosa di inesplicabile, che i maestri cristiani chiamano la seduzione o anche sant’ Ignazio, la consolazione. Di che si tratta? Gli innamorati sanno bene che il fiore che preferisce la fidanzata non è per forza il più bello, o il più costoso o il più profumato, ma quello che più le piace in modo inspiegabile. E se le offro questo fiore inspiegabile, ci sarà tra la mia fidanzata e me qualcosa che non ha prezzo e che si chiama felicità; quella unione tra persone che abbiamo visto essere la chiave di volta di tutto l’impianto cristiano. Scegliere questo fiore non poggerà né sulla sua bellezza, né sul suo prezzo, ma sulla sola preferenza della mia fidanzata, di cui è essenziale vedere che è inspiegabile. Per questo, scegliere quel fiore sarà un puro atto di fede in lei o un puro atto di amore. Questo inspiegabile che ci permette di vivere uniti: ecco la seduzione o la consolazione.

Poiché è inspiegabile, questa preferenza deve essermi rivelata da colui o colei che io amo. Questo è senza dubbio il punto più importante e il meno ben visto di ogni vita cristiana.           (Segue)

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