Il cristiano è già risuscitato. In che modo ciò cambia tutto?

Se il medico vi dice che siete colpiti da una malattia mortale, anche se cercherà di ritardarne la fine, voi vi vedete in una posizione piuttosto spiacevole; se lo stesso medico vi annuncia, tre mesi dopo, che siete guariti da quella malattia mortale e che dovete soltanto godervi la convalescenza, il vostro stato d’animo sarà molto differente. Ora, questa malattia mortale, è molto semplicemente la vita sulla terra dopo il peccato originale: se tu mangi del frutto, morirai di morte! (Gen 2,17). La fede cristiana pretende proprio che ne siamo guariti dopo il nostro battesimo, e che la morte non è altro che un cattivo ricordo.Eppure, ci toccherà proprio morire! Che il cristiano sia risuscitato suscita una facile obiezione: i cristiani non vanno meno nella tomba degli altri! Del resto, per continuare a imbrogliare le carte, al momento di aspergere la bara con l’acqua battesimale, la liturgia dei funerali recita questa nuova negazione della vera speranza cristiana: «Noi crediamo e speriamo che risusciteremo tutti»; questo futuro e questa universalità riduce la fede del battesimo al credere nella risurrezione generale alla fine dei tempi, quella che in realtà è riservata ai pagani. Certo, crediamo anche in questa resurrezione generale e al giudizio ultimo, ma la dichiarazione di Gesù, già citata, si riferisce a ben altro: Colui che ascolta la mia parola – ed è quello che fa il cristiano – non viene giudicato, ma è già passato dalla morte alla vita. (Gv 5,24).Ma non schiviamo la domanda: come comprendere di essere già passati dalla morte alla vita, ma di dovere tuttavia scendere nella tomba? Il Nuovo Testamento ama le immagini tratte dal mondo vegetale: il piccolo seme che diviene un grande albero, la vite che porta frutto nei suoi tralci, il seme che cade nella terra e produce cento per uno…Ѐ così che bisogna considerare la risurrezione: non un cambiamento istantaneo, ma un processo continuo, cominciato al battesimo e che si concluderà nella Parusia, la quale, ricordiamo, precederà la risurrezione generale e il giudizio ultimo. Non si dice per semplificare che il seme caduto nella terra muore: in realtà si trasforma sotto la spinta di una nuova vita, che porta segretamente le spighe del raccolto futuro. E lungo il corso di questa spinta, tutta la sostanza del primo seme è assunta in quella delle spighe. Quindi, all’inizio della nostra vita cristiana, fu un primo atto di fede a liberare in noi la grazia di Cristo e, man mano che questa fede si sviluppa, questa la grazia ci trasforma in lui; l’ultima fase di questa trasformazione è la risurrezione della nostra carne.

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Luglio, 2024