Azione e / o contemplazione?

In “SEMI n. 225, Maggio 2020”
Per la prossima domenica, esito tra due possibilità: andare a visitare un amico malato o passeggiare piacevolmente in campagna. Come discernere la volontà di Dio tra le due?
Cominciamo constatando che Gesù ha molto di più passeggiato in campagna che visitato i malati e che ha fatto solo un centesimo delle guarigioni che avrebbe avuto la possibilità di fare:
 Dei trentatré anni che ha vissuto sulla terra, ne ha passati trenta nella oscurità di una vita privata e di una umile condizione, malgrado lo zelo per la gloria di Dio e per la salvezza degli uomini di cui la sua anima era infiammata, malgrado i disordini e gli innumerevoli scandali che gli trafiggevano il cuore. (Ambroise de Lombez (1708-1778), Trattato sulla pace interiore, IV, cap. 8, 1, 6).
 Constatiamo anche che i monaci non visitano mai i malati e che santa Teresa di Lisieux, patrona delle missioni, non è mai uscita dalla sua clausura. Sottolineiamo infine che Gesù Cristo ci ha salvati, con piedi e mani inchiodati, nella più totale inazione. In altre parole, osserviamo che la contemplazione prevale enormemente sull’azione nella santità ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa.
«L’uomo è stato creato per dar lode a Dio!» si può leggere nel testo degli Esercizi spirituali di sant’Ignazio: la lode di Dio è, dunque, il primo dei doveri dell’uomo e i contemplativi non devono scusarsi di essere tali. Solo come deroga a questo dovere o piuttosto come un altro modo di assolvere a questo dovere, essi potranno anche dedicarsi a delle opere più esteriori della sola vita di lode. Ci direbbero che lo scopo di queste opere non sarà di rendere servizio a Dio o ai nostri fratelli, ma un altro modo di cantare la sua lode:
 Adesso, c’è da fare molto di buono in questo e in altri vescovati, qui e in diversi luoghi. Dio non vuole assolutamente che io lo faccia, questo non è in mio potere; io non ho nemmeno la conoscenza particolare e non me ne devo turbare. Nostro Signore non istruì tutto l’universo, nemmeno tutti i giudei, né tutti gli abitanti di Nazareth; almeno, nel Vangelo non è detto niente, se non che vi predicò una volta. Egli dimorava nella casa di Giuseppe, come un artigiano ed è detto soltanto che era sottomesso a Giuseppe e Maria, cioè che obbediva loro. Questo esempio ci istruisca, ci consoli e ci liberi dalle molte cure di cui potremmo sovraccaricarci sotto pretesto dello zelo, che ci farebbero cambiare direzione, portandoci fuori dai confini della volontà di Dio!  (Jean Rigoleuc (1596-1658), Pii sentimenti, § XVII). …

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