Ritiri spirituali mensili

Guglielmo di Saint-Thierry – Lettera d’oro

La lettera, indirizzata da Guglielmo alla comunità del Monte di Dio, al ritorno da un soggiorno durante il quale era rimasto edificato dalla spiritualità della vita solitaria praticata nell’eremo certosino, esprime l’elogio della radicalità evangelica incarnata nell’ideale di vita contemplativa dei monaci delle Ardenne. L’ideale di perfezione monastica maturato nella spiritualità dell’Abate di Saint-Thierry traspare in quest’opera che, per essere considerata tra le più belle della letteratura spirituale di tutti i tempi, è stata trasmessa col titolo di Epistola Aurea.

La ricchezza e la profondità spirituale dell’opera, considerata il manifesto di rinnovamento della vita monastica dei secoli XI-XIII, illumina l’intero tessuto spirituale ecclesiale, essendo immutabile l’operazione di Dio nelle anime, pur nella diversità di tempo, luogo e stato di vita. Pertanto i temi fondamentali, appassionatamente difesi ed esaltati da Guglielmo, contribuiscono ancor oggi alla formazione e alla crescita spirituale dei discepoli di Cristo, destinatari dei Consigli Evangelici, senza distinzione di tempo e luogo. Questi, al di sopra dell’osservanza dei precetti, rivolgono la tensione del cuore alla sequela Christi, all’unione con Dio e al godimento dell’esperienza della sua presenza, mediante il nutrimento dell’anima nella frequente memoria della Sua Parola.

Tra i temi fondamentali della lettera emergono il ritorno alle fonti bibliche e l’importanza della meditazione della Parola, della lettura metodica in opposizione alla dispersiva discontinuità, che offrono il metodo di lettura praticato ai nostri giorni: «Bisogna anche, in determinate ore, dedicarsi ad una lettura determinata. Infatti, una lettura occasionale, di argomenti vari e trovata quasi per caso, non edifica l’anima, ma la rende volubile: accolta alla leggera, scompare dalla memoria con ancora maggior leggerezza. Occorre, invece, intrattenersi con maestri di sicuro affidamento: con essi la nostra anima deve familiarizzarsi».

La mistica della cella-cielo, considerata luogo privilegiato di silenzio, funzionale al raccoglimento e alla meditazione e assimilazione eucaristica della Parola, dove gioire di Dio in sé e di sé in Dio, travalica le spesse mura del monastero, invitando il cristiano di oggi a ricercare spazi e tempi di solitudine, dove il cuore solitario in Dio possa trovare riposo dalle occupazioni della vita secolare.

L’obbedienza al direttore spirituale come espressione di unione della propria volontà alla volontà di Dio è strettamente collegata alla dinamica della vita spirituale. Distinti secondo la classica tripartizione origeniana in animale, razionale e spirituale, i gradi di orazione, nella spiritualità Guglielmiana, registrano in ogni stato un inizio, un progresso e una perfezione, che consiste nell’unione con Cristo Sposo, più ampiamente trattata nel “Commento al Cantico dei Cantici”. Tale perfezione nei tre stati corrisponde rispettivamente all’approvazione del bene, al desiderio di compierlo non ancora infiammato dall’amore e infine all’attrazione e al gusto del bene e alla trasformazione dell’anima nell’unità di Spirito con Dio.

 

 

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Aprile, 2024