Semi di contemplazione

Numero 125 – APRILE 2011 – L’orazione oltre l’orazione

L’orazione oltre l’orazione

Autore: Santa Jeanne di Chantal, 1572-1641

Dopo un anno dalla morte di san Francesco di Sales, Giovanna di Chantal scrisse a don Giovanni di Saint-François una lunga lettera sulla vita spirituale del suo “diletto Padre”, e nello stesso tempo un memoriale di una decina di pagine sul ruolo che lui ebbe nella sua vocazione, due documenti fondamentali per cogliere l’intimo dell’anima di Francesco e di Giovanna, e della relazione eccezionale che li univa.

 

Quando non abbiamo più voglia di niente, e malgrado tutto avanziamo ancora nella fedeltà a qualcuno che amiamo, avanziamo “sulla punta estrema dell’anima”, nella “fede nuda e semplice”. Questo equilibrio è quello del puro amore, è quello dei santi che non cercano né fuggono le gioie legittime, ma non vi prestano nessuna attenzione, troppo occupati come sono da Colui che essi amano.

 

L’orazione non ha senso se non per unirci a Dio, cioè alla carità. L’orazione ne è la via migliore: una madre che prega vivrà molto meglio la sua vocazione di madre; ma ognuno comprende che se, dietro il pretesto dell’orazione, trascurasse i suoi figli, questa orazione sarebbe falsa perché invece di nutrire la carità, la impedirebbe. Gesù stesso, che si ritirava per pregare appena ne aveva la possibilità, ci dona l’esempio di un superamento dell’orazione, quando “avendo compassione della folla, […] si mise a insegnar loro molte cose” (Mc 6, 34). In realtà, tutto diventa orazione: “egli voleva, amava, vedeva soltanto Dio in ogni cosa”.

 

L’orazione in domande risponde a: «La pratica dell’orazione può essere un rimedio a certi mali psichici?»

 

Il tema della rubrica è: L’amore fa crescere l’altro.

 

L’orazione oltre l’orazione – 125

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