Semi di contemplazione

Numero 132 – Dicembre 2011 – Amare in verità

Amare in verità

Autore: S. Aelred di Rievaulx, 1109-1167

Aereldo di Rievaulx, amico di s. Bernardo scrive dietro sua richiesta lo Specchio della carità. Redatta in una lingua curata, questa lunga meditazione si articola in tre libri che indagano sulle differenti forme dell’amore. Lungo il percorso, Aelredo affronta le questioni del tempo: il rapporto tra grazia e libertà, l’eccellenza della via monastica, o ancora l’essenza della beatitudine.

L’affetto (affectus) è usato da Aelredo nel significato moderno di sentimento, più che di un attaccamento volontario, anche se questo secondo significato era quello più usuale nel Medioevo. Anche se chiamiamo questo sentimento “amore” in realtà ne è soltanto una preparazione, poiché l’amore, propriamente detto, suppone di metterci al servizio di colui che amiamo, e nel caso di Dio, di “volere questo o quello per il solo fatto di sapere che è solamente Dio a volerlo”. Solo la carità, cioè l’amore in atto, misura la nostra vitalità cristiana, poiché Dio è carità. Accettare quello che ci impone colui che amiamo, e fare quello che ci domanda, ne sono i due versanti; finché questa carità non si traduce nei nostri atti, essa è “virtuale”, ma non reale.

Certo, i sentimenti vengono da Dio: la dolcezza d’amare è proprio il segno della sua presenza. Ma Egli non è meno presente quando questa presenza è invisibile, senza eco nella nostra sensibilità, perché infine, «Dio nessuno l’ha mai visto» (Gv 1,18) e meno si fa sentire, più si fa amare.

L’orazione in domande risponde a: «Perché alcuni sono “programmati” per essere contemplativi e altri no? In che misura una persona vicina (coniuge, parente, sacerdote…) può aiutarci a passare nella categoria dei contemplativi, se siamo “programmati non contemplativi”?».

Il tema della rubrica è: Natale: ripartire da dentro di sé.

 

Amare in verità -132

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