Semi di contemplazione

N.262- Orazione nella notte – M. de Saint-Mamert-Beaussieu, Il fascio di mirra della sposa del Cantico-Ottobre 2023

1 . Mi chiedono di dire un mio pensiero che riguardi la povera anima che una volta aveva molta facilità nelle sue orazioni e nei suoi colloqui con Dio, che meditava con tale facilità, che ne era in quei momenti sensibilmente toccata, […] e che si è trovata, poi, privata di tutto ciò e di tutti gli altri favori che un’anima consacrata a Dio ha consuetudine di ricevere in questa vita. Aggiungete a tutto questo, tutte le pene, i turbamenti, le amarezze, i disgusti, le sterilità, tutti i tormenti e ogni sorta di assalto al corpo e allo spirito e tutti i purgatori per i quali Dio fa passare un’anima in questa vita, che sono così duri da sopportare e che, in altri tempi, l’avrebbero fatto morire in ogni momento se la mano dello Sposo non l’avesse supportata e sostenuta in tutti questi attacchi. […]

2.Eppure, quest’anima non lascia gli esercizi quanto all’esteriore, benché sia convinta che lei è là come un ceppo e come un pezzo di legno che non serve a niente. Sebbene non senta affatto in se stessa avversione al peccato, quando se ne presenta l’occasione non lo commette; e anche se Dio la lascia, qualche volta, per tanti anni in questi stati così spiacevoli e così pietosi, lei non fa alcunché, non dice parola, non si lamenta affatto, non domanda di esserne liberata. Diciamo di più: non le viene il pensiero di chiedere di esserne liberata, rimanendo immobile come se fosse insensibile, come una povera stupida, inebetita, come una povera folle…

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