Semi di contemplazione

Numero 120 – Novembre 2010 – Ancora l’abbandono …

Ancora l’abbandono …

Autore: Magdeleine de Siry, † 1738

Magdeleine di Siry, affidata alla Visitazione all’età di nove anni, rappresenta insieme a P. Milley la grande tradizione salesiana sull’abbandono.

 

Queste note sul ritiro sono un bell’esempio di abbandono radicale. Le parole come “perdita”, “morte”, “annientamento” non devono crearci delle illusioni: non si tratta di distruzione di sé, ma indifferenza a se stessi nella fede totale in Colui che ha bisogno solo della nostra fiducia per occuparsi di noi.

 

L’abbandono vero alla volontà di Dio suppone di sacrificargli la nostra stessa volontà. Entriamo allora nella logica dell’amore, nella logica di Dio. Dio non ci dona né ci vende la salvezza: è lui stesso la nostra salvezza! La salvezza sta interamente nella relazione d’amore con lui, gratuita e disinteressata.

 

La fede delega tutte le nostre decisioni e azioni al Signore. Allora, vediamo ogni cosa con i suoi occhi, agiamo con la sua forza, comprendiamo con la sua intelligenza: regolando in ogni momento la nostra condotta sulla sua sola parola. Questo è contemporaneamente la felicità dell’essere costantemente uniti a lui, e il segreto dell’efficacia dei santi: invece di agitarsi in progetti che non riescono, perché in fondo Dio non li vuole, essi eseguono al momento opportuno l’azione giusta che corrisponde a quello che Dio vuole produrre in quel momento lì.

 

L’orazione in domande risponde a: «Qual è il ruolo degli angeli nella vita spirituale? E in primo luogo, esistono?».

 

Il tema della rubrica è: La fede squarcia la follia

 

Ancora l’abbandono – 120

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