Semi di contemplazione

Numero 138 – Giugno 2012 – L’essenza dell’orazione

L’essenza dell’orazione

Autore: Marguerite d’Arbouze, 1580-1626

In una trentina di pagine Marguerite d’Arbouze dà una descrizione perfettamente cartesiana di quello che è l’orazione mentale. Tutto si integra in una sintesi chiara e semplice, che insiste sulla grazia da parte di Dio, e sulla spoliazione radicale di sé, che ne è la conseguenza, da parte dell’uomo.

 

Noi pensiamo spesso che nella preghiera, facciamo la metà del cammino verso Dio, mentre Dio fa l’altra metà verso di noi. Ma non è così, la preghiera è una grazia, “un dono di Dio che il suo Spirito divino dona a chi gli piace, quando gli piace e nel modo che gli piace”, il nostro compito non è di costruirla, ma di accoglierla, di “abbandonarsi a Lui”.

 

Il nostro primo passo nella preghiera, il semplice fatto di avere voglia di provare a pregare, attesta che la grazia di Dio ha già cominciato il suo lavoro. Questo desiderio, è già “gustare le opere di Dio”. Non si tratta (o non abitualmente) di una sensazione, di un sentimento, di una illuminazione, ma semplicemente di una evidenza e di un’attrazione più profonda di ogni altra impressione proveniente dall’esterno: Dio arriva dall’interiore, ci impone come un nuovo equilibrio mentale (“l’anima non trova più per sé un posto piacevole sulla terra”); ci mettiamo a vedere e volere come lui (“illumina” e “attira” contemporaneamente), “ci fa un’unica cosa con lui”, generandoci alla sua stessa vita, adozione divina che definisce la vita cristiana.

 

L’effetto della grazia è di staccarci nelle nostre vite da tutto quello che è meno di Dio, e di donarci il desiderio di “vivere sopra il livello comune degli uomini”. E l’anima deve così scegliere. Anche se la grazia di Dio è motore nello sviluppo di una vita spirituale, l’anima serba tutta la responsabilità di questo sviluppo, la responsabilità di “un assoluto disimpegno e spoliazione da tutto quello che non è Dio o per Dio”.

 

L’orazione in domande risponde a: «Gli autori che lei cita, soprattutto Francesco di Sales, ci invitano spesso all’abbandono. Ma come sapere se questo abbandono non è semplicemente la tiepidezza di un’anima che, con il pretesto di lasciar fare al Buon Dio, è in realtà indifferente a Gesù?»

 

Il tema della rubrica è: Gli Abdâl islamici e l’offerta vittimale cristiana

 

L’essenza dell’orazione – 138

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