Semi di contemplazione

Numero 148 – Maggio 2013 – Sulla lettura spirituale

Sulla lettura spirituale

Autore: Jean Mabillon, 1632-1707

Don Mabillon nel Trattato sugli studi monastici, sviluppa una concezione umanistica del monachesimo; in essa la lettura spirituale domina una vita intellettuale collegata in permanenza all’orazione. L’orazione è un dialogo continuo tra Dio e l’uomo: la grazia di Dio che viene verso di noi ha bisogno dell’ ascolto silenzioso; la nostra risposta a questa grazia, ci fa al contrario prendere la parola. Questo andirivieni tra parola divina e parola umana è quello della lettura spirituale, senza la quale non sapremmo comprendere la Parola di Dio, né risponderle in modo libero e consapevole con parole umane piuttosto che con gridi di bestia. Qui è tutta la posta in gioco di una cultura cristiana, e semplicemente di una cultura, senza la quale la nostra preghiera diventerà “secca e languente” in mancanza di comprendere “la lingua che Dio parla” (san Giovanni della Croce), o si perderà tra le “misere consolazioni” di un sentimentalismo pietistico. La lettura spirituale porta sulle “parole di vita”, cioè sui testi che sviluppano, spiegano, trasmettono il testo principale della Rivelazione che è la Sacra Scrittura. Questi testi appartengono alla Tradizione, e i più importanti tra di loro sono, del resto, esplicitamente riconosciuti come tali dalla Chiesa, particolarmente quando canonizza i loro autori, e più direttamente ancora quando li eleva nel novero dei “dottori”. Così la lettura spirituale fa parte della vita cristiana allo stesso titolo della lettura biblica: in ultima analisi, è Gesù stesso che parla in quei testi, ed essi vogliono essere letti con l’intenzione di vivere la sua parola, “perché si possa poi diffondere in tutte le potenze della nostra anima e in tutte le parti del nostro corpo, per santificarne tutte le azioni”. La lettura spirituale conosce le stesse secchezze e difficoltà dell’orazione, alla quale è strettamente legata. Il superamento di queste difficoltà è sempre in una fede più radicale, più semplice, più abbandonata. È per compiere quest’atto di fede che i testi dei santi ci aprono il cammino e sono insostituibili. L’orazione in domande risponde a: «Questa lettura spirituale (o lectio divina), che ci raccomanda tanto, è proprio necessaria? La Santa Vergine o la stessa Teresa di Lisieux, per non parlare del curato d’Ars, non ne facevano tanta! E la maggior parte dei suoi lettori non ha fatto studi necessari per leggere gli autori che presenta o, molto semplicemente, non ha il tempo di leggerli perché deve lavorare o dedicarsi ai propri figli…». Il tema della rubrica è: Non conoscenza e fede.

 

Sulla lettura spirituale – 148

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