Non riesco a meditare
Autore: Alfonso Rodriguez, 1538-1616
L’ Esercizio della perfezione e delle virtù cristiane, riprende le conferenze che Rodriguez tenne ai novizi, e costituisce una vera sintesi della vita spirituale alla scuola dei santi. Il suo successo ne farà, per tre secoli, il libro più letto tra i devoti, dopo la Bibbia e l’Imitazione di Gesù Cristo. La pratica metodica dell’orazione assegna un posto importante alla meditazione, per chi inizia: se lo scopo dell’orazione è di formare atti d’amore per Dio, è logico cominciare, cercando di conoscerlo bene, e perciò leggere e meditare la sua parola, fare delle considerazioni partendo da un testo delle Scritture o molto semplicemente da una verità rivelata, per esempio, il mistero dell’Incarnazione. L’orazione è questione di volontà e di affezione (nel senso di attaccamento alla volontà di Dio) più che d’intelletto e di speculazione, essa «non consiste nel molto pensare, ma nel molto amare» dirà santa Teresa d’Avila. C’è il pericolo per i sapienti che si compiacciono nelle elevate idee su Dio, che ritardino altrettanto l’equilibrio contemplativo consistente nel fatto che “la volontà riposa in Dio solo e si adopera interamente ad amare e godere del bene sovrano”. Alludendo agli Esercizi di sant’Ignazio, Rodriguez precisa bene in cosa consiste il lavoro di meditazione raccomandato in tutti i metodi d’orazione: appoggiandosi per esempio su un racconto evangelico, si tratta di focalizzare l’attenzione sulla persona stessa di Cristo al quale si rivolge la nostra preghiera, e così formare rapidamente l’immagine più semplice possibile (mediante “una considerazione elementare e semplice”), per trarre qualche invito forte, a vivere quello che Egli vuole vivere, oggi, in noi. L’orazione in domande risponde a: «La nostra preghiera in che cosa può essere utile ai nostri defunti? Perché “pregare per le anime del purgatorio”? Dio attende la nostra preghiera per far loro misericordia?». Il tema della rubrica è: Il martirio di p. Puglisi.