Semi di contemplazione

Numero 211 – Febbraio 2019 – Quando l’inferno diventa paradiso

Quando l’inferno diventa paradiso

Autore: Alexandre Piny

 

1 Sebbene nello stato del puro amore non si ricerchino affatto i propri vantaggi e interessi, tuttavia il puro amore non lascia di procurarcene ancora di più grandi, poiché è assolutamente vero che Dio pensa sempre e solo a noi e ad arricchirci spiritualmente, quando noi dimentichiamo noi stessi per pensare solo a lui. È altrettanto vero che i nostri interessi sono sempre e soltanto suoi quando, per effetto di questo puro amore, li perdiamo nella volontà e nel beneplacito di Dio. Questa è la disposizione interiore necessaria per procurarci una vita felice e contenta, così come una morte dolce e tranquilla ci conduce con sicurezza nella beata eternità…

Commento di Padre Max Huot de Longchamp
L’AUTORE Cfr. Semi n° 51
IL TESTO Contemporaneo di Fénelon, si confrontò come lui con l’opposizione al giansenismo dilagante, Piny spinge fino al limite l’invito all’abbandono tra le mani di Dio come chiave di ogni vita spirituale, come lo indica il titolo completo dell’opuscolo da cui abbiamo tratto questo brano: Stato del puro amore per arrivare presto alla perfezione, tramite il solo “fiat” detto e reiterato in ogni tipo di occasione, pubblicato nel 1676. La lingua è un po’ pesante, e ci siamo permessi di rettificarla in qualche punto…

François Malaval (1627-1719) in
PRATICA FACILE per elevare l’anima alla contemplazione

Secondo Colloquio

Dove si spiega la natura della contemplazione, che è già passata in abitudine e produce una familiarità tra Dio e l’anima(seguito).

È un gusto, perché l’anima fa con diletto ciò che faceva prima con fatica. È un gusto, perché si sente più forte e più sostenuta di quanto non lo era con la semplice luce. È un gusto, perché essa diluisce e condisce con la sua dolcezza tutto ciò che facciamo. Un gusto sperimentale, non nell’opinione o nella ragione, perché altre opinioni e altre ragioni potrebbero farci cambiare, ma un’esperienza chiara e sensibile che non possiamo spiegare, ma nemmeno negare. Un gusto di Dio, non semplicemente delle sue perfezioni, dei suoi misteri, dei suoi favori, ma di Dio stesso nel quale troviamo una compiacenza amorosa e un sovrano riposo; bastandoci che sia Dio, senza rendere particolare questo sguardo né fare riflessioni sul modo in cui Dio si lascia vedere e gustare, perché ciò sarebbe disturbare la sua operazione. Un gusto di Dio presente, visto che la presenza di Dio che ce l’ha arrecato, persevera in noi con questa dolcezza intima e che l’uno è fortificato dall’altra…

Il tema della rubrica è: La rivelazione cosmica

Quando l’inferno diventa paradiso – 211

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