Semi di contemplazione

Numero 214 – Maggio 2019 – Maria nel cuore del mistero di Dio

Maria nel cuore del mistero di Dio

Autore: William Faber

 

1. Era una vita meravigliosa quella che il Verbo eterno conduceva nel seno del Padre. Tuttavia, oh mistero! Egli cerca ancora una dimora creata. Nella sua dimora eterna manca, forse, qualcosa alla sua bellezza o alla sua gioia? […] Dio non sarebbe Dio se non bastasse a se stesso. Tuttavia, nelle profondità di questa sapienza senza fondo, vi era qualcosa che, ai nostri occhi, appare come un bisogno. C’è un apparente desiderio da parte di Colui il quale non può aver nulla da desiderare, perché basta pienamente a se stesso.

2. Questo desiderio apparente della Santa Trinità diventa visibile alla nostra fede nella persona del Verbo. Sembra che Dio non potesse contenersi in se stesso, che soccombesse sotto la pienezza della sua essenza e bellezohza, che dovesse uscire da se stesso, chiamare le sue creature dal nulla, appoggiarsi su di esse e schiacciarle con il suo amore, e che solo così avrebbe trovato riposo.[…] Bisogna che l’amore di Dio straripi. Ciò appare come una necessità; nondimeno, c’è sempre in Dio una libertà eternamente misurata, eternamente presente, gloriosa, calma, come la libertà che esiste in Colui che contiene uno spazio infinito all’interno di se stesso…

Commento di padre Max Huot de Longchamp
IL TESTO Betlemme, raccolta oggi dimenticata di quattro meditazioni sulla Natività, ebbe un grandissimo successo in Francia tramite le sue traduzioni. La freschezza del tono, l’assenza di ogni teologia sistematica, l’originalità e la genuinità a volte sconcertante del convertito Faber, spiegano forse il suo ruolo nell’esplosione di una spiritualità nuova all’indomani della Rivoluzione, particolarmente quella di Charles Gay la cui influenza sarà così incalcolabile sull’anima occidentale fino al Concilio Vaticano II (Cfr.Semin° 91,n° 195).
§ 1. Quando facciamo orazione, è la vita stessa di Dio che lasciamo diffondersi in noi e invaderci: nell’orazione è il mistero dell’Incarnazione che continua a compiersi, è il corpo di Cristo che si costruisce, è la vita comune di Dio e dell’uomo che si propaga attraverso i secoli. L’orazione è il luogo in cui si compie oggi l’amore eterno di Dio, la sua volontà di donarsi: “nelle profondità di questa sapienza senza fondo, c’è un’apparente desiderio da parte di Colui il quale non può aver niente da desiderare”. È questo desiderio di Dio che ci fa desiderare Dio e ci mette in orazione.
§ 2. “Bisogna che l’amore di Dio straripi”: sia la creazione, sia la sua redenzione si spiegano solamente in forza di questo straripamento. Dio non è obbligato a niente, ma nella libertà del suo amore si è obbligato a…

François Malaval (1627-1719) in

PRATICA FACILE per elevare l’anima alla contemplazione

V COLLOQUIO
L’umanità di nostro Signore Gesù Cristo è un legame della contemplazione e in che modo bisogna servirsene (seguito).

Dir. I misteri hanno il loro tempo, non li si può sempre considerare. La rappresentazione immaginaria del corpo e sangue di nostro Signore può arrecare grandi inconvenienti. E a rigor di termini il corpo che ci si rappresenta non è quello di nostro Signore: è un corpo immaginato tanto diverso nell’idea di ciascuno quanto sono differenti le menti che se ne formano il quadro. Questo corpo non rappresenta l’anima né la divinità di Gesù Cristo; di conseguenza, Filotea, il modo più nobile e spirituale di conservare l’umanità di Gesù Cristo è guardare quest’umanità con un atto semplice della fede, amandola e richiamando alla memoria che essa è il tabernacolo della divinità, il più sacro e il più santo, e la delizia del Padre eterno.[…]
VII COLLOQUIO
I. Quale grado di mortificazione richiesto per contemplare …
Il tema della rubrica è: Maria, dolcezza per Gesù Cristo

Maria nel cuore del mistero di Dio – 214

 

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