1. Io non posso esprimere il fondo di pace che Dio stabilisce nella mia anima da più di venti anni. È vero che nel passato essa soffriva qualche alterazione a causa di certi piccoli timori scrupolosi, ma da sette o otto anni la pace è così potentemente stabilita nei miei sensi, che tutto è pace e niente la altera. Qualunque avvenimento spiacevole sopraggiunga, io guardo Dio più che l’effetto e la pena si dissolve e rimane solo Dio, non essendomi permesso di ragionare né di ascoltare la saggezza e la prudenza umana. Io soffro senza dire niente le cose spiacevoli alle quali non posso rimediare e non dico i miei sentimenti a nessuno, contentandomi del fatto che Dio vede tutto, e che la sua luce e la sua condotta sono lontane dalle nostre. Così, qualsiasi cosa accada nella vita che sia scioccante per i sensi e per la ragione stessa, i miei sensi e la mia ragione periscono davanti a Dio e io rimango sempre nella pace senza ragionare, in quanto non c’è motivo di farlo, soffrendo dolcemente e in silenzio.
2. Le dirò quello che provo riguardo alla libertà di spirito che Dio mi dà. […] Questa santa libertà tiene il mio spirito elevato al di sopra di ogni cosa e mi lascia in potere di dire tutto con una semplicità così santa che non vi rifletto affatto. Ah! Santa libertà! Felice l’anima che la possiede! Io mi sento uno spirito terso, nudo, libero, che sembra non appartenere né al cielo né alla terra, e che non vuole né può volere altro se non Dio solo. Più nessuna creatura, più niente di creato per me: lui solo mi basta in un modo che lui solo conosce.
3. Per quanto riguarda il mio interiore …
